Sono bellissimi da vedere e deliziosi da gustare: i petràli, dolci della tradizione natalizia della provincia di Reggio Calabria e dell’area grecanica
I petràli sono deliziosi dolci natalizi diffusi nella provincia di Reggio Calabria, specialità che ha una lontana tradizione e legata al mondo antico.
Ne esistono due varianti, una chiusa e una aperta, a seconda delle zone.
Quelli che si preparano a Bova (RC), capitale dell’area grecanica, sono aperti e formano dei bellissimi cestini ripieni di prelibatezze.
I petràli vengono chiamati pretàli (anche con le varianti pratàli, pitràli o protàli);
basandoci sulla loro forma di “contenitori” potrebbero risalire forse etimologicamente ad una festività ateniese (i protélia) durante la quale i genitori di una giovane sposa recavano in dono alla divinità delle offerte prenuziali, e che precedeva in ordine temporale quella dei gamélia, che ricadeva nel mese di gennaio, cioè il mese delle nozze.
Essendo dicembre vicino a gennaio, si potrebbe ipotizzare che questi riti greco-pagani si siano trasformati in usanze cristiane e che i petràli siano oggi dolci legati alle feste natalizie.
Ciò dimostrerebbe ancora una volta come e quanto la Grecia di Calabria custodisca gelosamente cultura e identità millenarie.
La maggior parte sostiene invece che i petràli nascano dalla fantasia di un prete e della sua perpetua:
quest’ultimo, non avendo nulla da regalare per Natale “inventò” questi dolci che furono apprezzatissimi, e da qui il nome di pretàli.
Simili alla versione chiusa a mezzaluna che si fa nel reggino sono le nepitelle catanzaresi (i nepiteddi) o le chinulille cosentine (chjnulille).
La bontà di questi dolcetti “poveri” ma squisiti sta nel loro ripieno che è invece ricco e variegato:
dalla frutta secca alla scorzetta di agrumi e alle spezie, tutto concorre al sapore natalizio dei petràli.
La pasta con cui vengono realizzati i cestini è a base di farina, lievito, uova, strutto o olio di oliva, zucchero e vino bianco liquoroso.

L’interno dei petràli è fatto di fichi secchi, noci, mandorle, buccia di mandarino grattugiata, il tutto amalgamato con vino cotto e miele e aromatizzato con cannella e chiodi di garofano.
Esternamente sono decorati poi con cordoncini di pasta e impreziositi da confettini colorati.
Vi posto qui la ricetta dei petràli di Bova se volete provare a prepararli, anche se ognuno ne ha una sua personale e segreta. Buon impasto!

PETRALI (O PRETALI) DI BOVA
Ingredienti
Per la pasta:
- 1 kg di farina 00;
- 2 bustine di lievito per dolci;
- 4 uova;
- 250 gr. di strutto:
- 300 gr. di zucchero;
- 2 bicchierini di anice o vino bianco liquoroso;
- 1 buccia grattugiata di limone
Per il ripieno:
- 500 gr. di mandorle;
- 200 gr. di noci;
- 500 gr. di fichi secchi;
- un pizzico di cannella e di chiodi di garofano in polvere;
- buccia grattugiata di uno o (meglio) due mandarini;
- 600 gr. circa di miele, preferibilmente millefiori o d’arancia
- 2 bicchieri di vino cotto
- confettini o codette di zucchero colorati
N.B. Il ripieno conviene prepararlo la mattina e non la sera precedente, altrimenti raffreddandosi, rischia di indurirsi troppo.
Procedimento
Prendere i fichi secchi, farli ammorbidire in acqua bollente per qualche minuto, asciugarli e sminuzzarli.
Dopo aver pelato le mandorle e le noci, tostarle per qualche minuto; aggiungere le mandorle e le noci ai fichi secchi e amalgamare il tutto con il vino cotto e il miele fino ad ottenere un bell’impasto omogeneo.
Aggiungere la buccia di mandarino grattugiata con la cannella e i chiodi di garofano e porre tutto per qualche minuto sul fuoco finché il miele non si scioglie e lasciare riposare l’impasto.
Preparare la pasta frolla e una volta stesa ritagliare, con l’aiuto di un coppapasta o di un bicchiere largo, dei tondini del diametro di 10 – 12 cm.
Porre un cucchiaio del ripieno su ogni tondino in modo da riempirlo e completare chiudendo con i cordoncini di pasta a mò di cestino.
Cuocere in forno preriscaldato a 180°C finché i petràli non si saranno dorati e decorare con i confettini o le codette di zucchero colorati.
Wow, non li conoscevo.
Aneta, urge visita a Bova! Ci sono poi molti altri prodotti della gastronomia particolari e buonissimi!