Dolce cremoso dall’inconfondibile aroma di caffè, è il dessert italiano più famoso al mondo. Molti se ne contendono la paternità, ma dove è nato davvero il Tiramisù? Ecco le storie e la ricetta depositata dal ristorante Le Beccherie di Treviso
A Treviso lo chiamano Tiramesù con l’inflessione dialettale veneta: parliamo proprio di lui, il più amato tra le meraviglie della pasticceria italiana, il Tiramisù.
A Piazza Ancillotto si trova lo storico ristorante Le Beccherie che ha consacrato questo famosissimo dolce della nostra tradizione.

Per la prima volta, nel 1972, il Tiramesù comparve nel menu di questo locale di Treviso; la sua creazione, però, risalirebbe a qualche anno prima.
Si racconta che nel 1955, la suocera dell’allora proprietaria de Le Beccherie, la signora Alba Campeol incinta del figlio Carlo, solesse prepararle una colazione a base di caffè e zabaione per farle recuperare le forze.

Tornata al lavoro, Alba propose al suo pasticcere Roberto “Lolì” Linguanotto di inserire un nuovo dolce, ispirato al periodo della sua gravidanza.
Il Linguanotto iniziò subito a sperimentarlo e tra il ‘71 e il ‘72 giunse alla ricetta ufficiale, dopo aver sostituito la crema di panna e ricotta con il mascarpone fresco, l’ingrediente base del nostro Tiramisù.
Sempre nel 1972 il ristorante Le Beccherie partecipò alla I Fiera Campionaria di Milano (oggi Expo), presentando un menù che si concludeva proprio con il Tiramesù.
Più tardi, nel 1981, il Tiramesù venne citato in una rivista di settore[1] sotto la penna di Giuseppe Maffioli, gastronomo veneto che assieme ad Annibale Toffolo cercò di ricostruire la storia del dolce[2].

Sulle origini del Tiramisù dobbiamo però allargare il cerchio.
Secondo altre documentazioni attestate sarebbe infatti nato in Friuli Venezia Giulia che lo ha inserito recentemente nei P.A.T. della regione, rivendicandolo come propria invenzione.
Possiamo iniziare a dire che il Tiramisù come lo conosciamo noi è fatto con prodotti che non sono tipici né del Friuli né del Veneto.
I savoiardi sono biscotti piemontesi, il caffè e il cacao sono stati importati dal Sudamerica e il mascarpone è nato in Lombardia[3].
Più o meno dal 2010, altre due località friulane si contendono la paternità del Tiramisù: Tolmezzo in provincia di Udine e Pieris, in provincia di Gorizia.
A Tolmezzo nei primi anni ’50 Norma Pielli-Del Fabbro dell’Albergo Ristorante Roma preparava una rivisitazione del famoso Dolce Torino, un’antica ricetta di Pellegrino Artusi.
Si trattava di una mattonella a strati di savoiardi e di creme al burro montate, alleggerita poi dalla signora con il mascarpone[4] e con l’aggiunta di una bagna al caffè che chiamò Trancia al mascarpone[5].

I clienti del locale lo soprannominarono Tiramisù (o Tìrimi su in dialetto friulano) per le sue caratteristiche rinvigorenti, essendo questi soprattutto sciatori e frequentatori della montagna.
Da lì in poi Norma e il marito, Beppe Del Fabbro, lo inserirono con questo nome nel loro menù[6].
Il Tiramisù di Tolmezzo è fatto con tutti gli ingredienti classici di questo dolce ed è particolarmente cremoso per via delle uova (soprattutto i tuorli) montati a neve[7].
Prima di Maffioli, nel ’68 questo Tiramisù venne citato e fotografato in alcune pubblicazioni e nel ’69 gli fu dedicato un intero articolo sul Messaggero Veneto[8].
A Pieris, frazione di San Canzian d’Isonzo in provincia di Gorizia, il Tiramisù nacque addirittura verso la fine degli anni ’40 presso il ristorante Al Vetturino della famiglia Cosolo.
Qui si chiamava Coppa Vetturino ed era un dessert con base Pan di Spagna inzuppato nel Marsala e sulla quale erano adagiati strati di mousse al cioccolato e zabaione con panna, il tutto servito freddo e al bicchiere.
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Fu frutto dell’estro di Mario, figlio di Toni Cosolo, che dopo essersi imbarcato come secondo cuoco sul panfilo reale Savoia nel 1935 mise a punto questa ricetta per una competizione di bordo.
Re Vittorio Emanuele III premiò questo dolce col primo premio e una volta rientrato dal servizio militare, Mario
Introdusse la Coppa Vetturino nel menu del ristorante.

Anche questo dessert fu ribattezzato Tìrime su (in dialetto triestino) per le sue proprietà energetiche ed afrodisiache, assaggiata e osannata da molti ospiti illustri tra cui attori, politici, scrittori e giornalisti.
Si evince dunque che i Tiramisù friulani sono databili ad un’epoca precedente a quella del ristorante Le Beccherie di Treviso.
E nonostante siano nati nella stessa regione, i due Tiramisù friulani sono differenti e si diffusero anche in maniera diversa.
Quello di Pieris rimase circoscritto al suo territorio mentre la ricetta di Tolmezzo, per la sua semplicità di preparazione, varcò i confini regionali e nazionali.
Se ai friulani dobbiamo l’invenzione storica del Tiramisù, ai trevigiani e ai veneti in generale dobbiamo la fortuna di questo dolce che è stato fatto conoscere proprio grazie alle maggiori località turistiche della regione[9].
La ricetta del Tiramesù de Le Beccherie di Treviso è stata depositata il 15 ottobre del 2010 con atto notarile presso l’Accademia Italiana della Cucina.

Una curiosità sul Tiramisù de Le Beccherie è che la sua forma non è rettangolare come quello di Tolmezzo, ma circolare.
Ancora oggi il suo Tiramesù viene preparato secondo la ricetta originale, nella versione classica e in quella destrutturata.
Viene infine servito a spicchi con un marchio fatto di cioccolato che riporta l’insegna del locale disegnata da Carlo Campeol, figlio di Alba.
Ecco come prepararlo:
Ingredienti:
- 12 tuorli d’uova
- ½ kg di zucchero
- 1 kg di mascarpone
- 60 savoiardi
- caffè quanto basta
- cacao in polvere
Preparazione:
Preparare il caffè e lasciarlo raffreddare in una ciotola. Montare a spuma 12 tuorli d’uova con ½ kg di zucchero ed incorporarvi 1 kg di mascarpone ottenendo così una crema morbida. Bagnare 30 savoiardi con caffè facendo attenzione a non inzupparli troppo e disporli in fila al centro di un piatto circolare. Spalmare sui savoiardi metà della crema e poi sovrapporre un altro strato di 30 savoiardi bagnati con il caffè, spalmare poi la superficie con la rimanente crema di mascarpone. Cospargere il mascarpone con del cacao magro setacciato. Passare in frigo sino al momento di servire.
RISTORANTE LE BECCHERIE
Piazza Ancillotto, 9
31100 Treviso
Tel. (+39) 0422 540871
Chiuso martedì
Bibliografia
Massimo Percotto, L’origine e la vera storia del Tiramisù, Accademia Italiana della Cucina – Istituzione Culturale della Repubblica Italiana Delegazione di Udine
OTTIMO, DA TREVISANA CREDO CHE ABBIATE FATTO UN SERVIZIO COMPLETO MA IL SENTIMENTO MI DICE CHE IL TIRAMESU’ E’ QUELLO DELLE BECCHERIE.
L’UNICO APPUNTO CHE VORREI FARE E’ CHE DOVRESTE INFORMARE IL MONDO CHE QUESTA RICETTA ORMAI NAZIONAL POPOLARE (E INFLAZIONATA AHIME’ DA TROPPI INGREDIENTI CHE NON C’ENTRANO NULLA) DEVE ESSERE FATTA RIGOROSAMENTE CON I SOLI TUORLI E TASSATIVAMENTE SENZA ALBUMI MONTATI.
ROSSELLA
Grazie mille, Rossella!
Io da calabrese posso dirti che non ho mai assaggiato un tiramisù come quello de Le Beccherie. Era davvero strepitoso, riuscivo a sentire ogni gusto in maniera perfetta! Ci dai la tua ricetta senza albumi montati? Così provo a farla. Grazie!