Icewine Eiswein vini di ghiaccio

Nascono in territori dove domina il freddo e proprio per questo sono considerati nettari unici e preziosi: parliamo di Icewine ed Eiswein

Sono vini dolci che si bevono raramente sia perché sono poco diffusi, sia perché la loro produzione è limitata: sono i cosiddetti vini di ghiaccio o meglio Icewine ed Eiswein.

Icewine (anche Ice Wine) ed Eiswein sono proprio la traduzione inglese e tedesca del nome dato a questo tipo di vini che nascono dal ghiaccio, anzi grazie al ghiaccio.

I vini di ghiaccio sono prodotti dalla vinificazione di grappoli vendemmiati tardivamente tra dicembre e febbraio e pressati ancora congelati; provengono da alcune aree vitivinicole del mondo quali soprattutto Germania[1], loro terra d’origine, e Canada[2].

Icewine Eiswein vini di ghiaccio
Vigneti ricoperti di neve (Fonte: commons.wikimedia.org)

Quando la temperatura scende tra i -7° C e i -8°C le uve possono essere raccolte, in genere di notte o prima che sorga il sole; in questo modo l’acqua contenuta negli acini è cristallizzata e quando questi sono pigiati ciò che ne deriva è un concentrato di zuccheri, acidi, sali ed altre sostanze estrattive (crioestrazione).

Icewine Eiswein vini di ghiaccio
Grappolo ghiacciato (Fonte: it.wikipedia.org)

La fermentazione dei vini di ghiaccio è molto lenta, anche di alcuni mesi. Al fine di preservare soprattutto gli aromi varietali dei vitigni, la vinificazione è di solito svolta in vasche o contenitori d’acciaio.

Per gli Icewine ed Eiswein raramente viene utilizzato il legno per l’affinamento e le rese, come è comprensibile, sono bassissime. Questo caratterizza il prezzo e la rarità di questi passiti.

Secondo la tradizione il primo Eiswein fu tedesco: nel 1794 dopo una gelata inaspettata a Würzburg in Franconia, i viticoltori per non perdere l’uva, la raccolsero ugualmente vinificandola congelata[3].

Ma l’Icewine non sarebbe una invenzione moderna: il poeta latino Marziale diceva che c’erano viticoltori “che in novembre raccoglievano uva ricoperta di gelo” e Plinio parlava di certe uve che “non vengono vendemmiate prima che non abbia gelato[4].

Quindi già gli antichi Romani conoscevano e apprezzavano i vini di ghiaccio per le loro peculiarità; poi per secoli questo tipo di vendemmia sarebbe stata dimenticata perché non esiste nessun documento storico in cui è riportata.

I vitigni impiegati per gli Icewine e gli Eiswein sono prevalentemente a bacca bianca: sono riesling (uva che si presta benissimo a questo tipo di vinificazione), vidal (incrocio tra ugni blanc e rayon d’or), gewürztraminer, chardonnay, chenin blanc, kerner, pinot bianco, cabernet franc e blaufränkisch (a bacca rossa).

Icewine Eiswein vini di ghiaccio
Icewine da uve a bacca rossa (Fonte: en.wikipedia.org)

Anche in Italia troviamo rarissimi vini di ghiaccio in Trentino Alto Adige, Valle D’Aosta (dove viene chiamato vin de glace) o Piemonte (nelle Langhe), da uve moscato e prié blanc.

Si producono anche in Austria, Alsazia, Svizzera e Slovenia.

I vini di ghiaccio si presentano di un colore dorato o ambrato, profumano di frutta esotica sovramatura, miele, caramello, confettura e spezie; sono dolcissimi, ma nella maggior parte dei casi sono sostenuti da acidità e mineralità che li equilibra rendendoli sapidi e nello stesso tempo meravigliosi da bere accompagnati a formaggi, a fine pasto o semplicemente da soli.

Icewine Eiswein vini di ghiaccio
Bottiglie di Icewine canadese prodotto dalla Niagara College Teaching Winery (Fonte: it.wikipedia.org)

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Bibliografia

Il mondo del sommelier, Associazione Italiana Sommelier, pag. 167

Al mannd dal vèn’ o de rerum vinorum. Vino: storia, miti e leggende, Franco Vecchi

L’evoluzione del terroir: la produzione di “ice wine” in Emilia Romagna, Pier Luigi Dodi e Alessandra Rugiano in Atti del Convegno internazionale “I paesaggi del vino” – Perugia, 8-10 Maggio 2008, pagg. 137-144

 

[1] Mosel, Rheinhessen, Pfalz e Rheingau.
[2] Ontario, nella penisola del Niagara e Columbia Britannica.
[3] Le tecniche di produzione dei vini di ghiaccio si sono perfezionate di recente negli anni ’60 grazie al dott. Hans Georg Ambrosi, da molti considerato il padre dell’Eiswein, il quale diede inizio ad alcune sperimentazioni già nel 1955 quando si trovava in Sud Africa per motivi di studio e che, al ritorno in Germania, fondò una cantina per produrlo, seguito poi da altri produttori, facendolo diventare un prodotto tipico del suo paese, seppur le condizioni climatiche non ne garantissero una produzione annuale. Negli anni iniziarono a produrlo anche il Canada, l’Austria, la Slovenia, l’Ungheria e l’Italia.
[4] L’evoluzione del terroir: la produzione di “ice wine” in Emilia Romagna, Pier Luigi Dodi e Alessandra Rugiano in Atti del Convegno internazionale “I paesaggi del vino” – Perugia, 8-10 Maggio 2008, pag. 138
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Giulia Cosenza

Calabrese DOC, sommelier con master in Cultura dell'alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche

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