Un affascinante percorso artistico alla scoperta di questo mondo: Il Museo del Vino di Torgiano

In Umbria spesso ci si perde alla vista delle colline verdeggianti, delle campagne coltivate a vite ed ulivi. Ma non c’è solo questo. L’arte e la cultura si fondono col territorio, segno dell’enorme patrimonio racchiuso in questi chilometri quadrati. A Torgiano, piccolo borgo tra Perugia ed Assisi dove le vigne crescono rigogliose, nasce negli anni settanta un museo, dalla volontà dei suoi ideatori Giorgio e Maria Grazia Lungarotti. Pioniere della moderna viticoltura lui ed anima culturale dell’azienda lei, assieme danno vita al Museo del Vino (www.lungarotti.it/fondazione/muvit), un piccolo gioiello nel cuore dell’Italia centrale. Maria Grazia Marchetti Lungarotti, storica dell’arte e archivista, coltiva da anni l’amore a la passione per il vino quale simbolo di cultura e civiltà, studiando ed approfondendo tutte le tematiche ad esso collegate.

Kylix attica a figure nere di Phrynos, metà del VI secolo a.C., Museo del Vino, Torgiano (PG)

Attraverso il suo lavoro e l’impegno costante della Fondazione Lungarotti (www.lungarotti.it/fondazione) che lo gestisce e lo promuove, il museo rappresenta suo vanto ed orgoglio, un racconto di testimonianze “originali e tangibili” della presenza e dell’importanza che questa bevanda ha rivestito nel corso dei secoli. Dalla sua collezione è scaturito questo luogo straordinario, menzionato dal New York Times, che continua ad essere un fiore all’occhiello non solo per la regione ma per l’intero Paese. All’interno di un antico palazzo del XVII secolo che fa da cornice architettonica all’esposizione, si viene catapultati in un’affascinante dimensione culturale, e attraverso ben diciannove sale, si può percepire tutto il suo valore.

Lo stupore è sicuramente la prima reazione che si ha iniziando il percorso: brocche del terzo millennio prima di Cristo, pregiate kylix come quella di Phrynos, buccheri etruschi ed anfore vinarie aprono questo viaggio attraverso la storia della vite e del vino, una storia ancestrale che segna in molti modi e forme il cammino di civilizzazione dell’uomo. E’ estremamente vivo e palpabile il fascino artistico e culturale che scaturisce dalle opere presenti, dalle più comuni alle più particolari: alcune di esse sono rare e difficilmente si trovano esposte in altri musei, tutte strettamente legate al mondo storico, mitologico e simbolico di questa bevanda.

Mano con grappolo d’uva di età ellenistica, MUVIT – Museo del Vino, Torgiano (PG)

E’ uno scrigno di sorprese preziose, che meravigliano e incuriosiscono. Qui, boccali, brocche e coppe di diversi periodi e manifattura, caratterizzano tempi e luoghi della cultura del bere; l’imponente torchio monumentale a trave del XVIII secolo detto “di Catone”, che si trova nel seminterrato del palazzo, ha sicuramente un grande impatto, sia per le sue dimensioni che per il caratteristico meccanismo di funzionamento.

Non mancano, ovviamente, le testimonianze dei mestieri attinenti la viticoltura, quella dei bottai, dei bigonciari, dei fabbri, dei funari e dei cestari; versatori, bottiglie ed unguentari si affiancano ad edizioni antiche di testi farmaceutici, testi medici, manuali di erboristeria e libri di secreti, espressione di una medicina empirica che dal XVI secolo si sviluppa parallelamente a quella accademica; la sala XVII custodisce anche una ricca raccolta di splendide incisioni e disegni a tema dionisiaco, da Mantegna a Picasso. Attraverso poi ceramiche moderne, si evidenzia la continuità fino ai nostri giorni degli interessi volti a Dionysos e a tutto ciò che gli è attribuito. Il Museo del Vino di Torgiano non è solo un connubio perfetto tra l’arte e il vino: trasforma oggetti apparentemente scontati in storie coinvolgenti e appassionanti e rappresenta il luogo in cui essi acquisiscono una forma e un valore che prima non gli avremmo dato.

Renato Guttuso, Bacco, MUVIT – Museo del Vino, Torgiano (PG)

 

 

www.lungarotti.it/fondazione/muvit/

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Fonte: Patto in cucina – Prodotti Agroalimentari Tradizionali Tipici Originali per la salute

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Giulia Cosenza

Calabrese DOC, sommelier con master in Cultura dell'alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche

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